A Napoli il piatto tipico che esprime la territorialità, le tradizioni, la tipicità e la stagionalità, songhe e virmicielle ca’ pummarola ‘ncoppe (sono i vermicelli al pomodoro). Ma a casa mie succereve sempe o cuntrarie pecchè a posto re virmicielle (a casa mia accadeva sempre il contrario perché al posto dei vermicelli) erano più gradite le fresine (formato di pasta simile ad una tagliatella non all’uovo un po’ più spessa) perché mio padre (pozza sta rinte a schiere e l’angele, possa stare in paradiso) diceva che quel tipo di pasta si amalgamava meglio ca’ pummarulelle (con il pomodorino).  A lui piacevano tanto con una spolverata di pecorino romano e pepe bianco fresco macinato.

Ingredienti

320 g di fresine

500 g di pomodorini

1-2 spicchi d’aglio

1 dl olio evo

8-10 foglie di basilico, più alcuni ciuffetti per decorare il piatto

Sale q.b.

Procedimento

Portare l’acqua in ebollizione in una pentola per la pasta.

Nel frattempo, imbiondire l’aglio in una padella in cui è stato versato l’olio d’oliva extravergine e quando sarà imbiondito, toglierlo.

Aggiungere i pomodorini tagliati in quattro e far cuocere a fiamma vivace per diversi minuti rigirandoli frequentemente.

Condire con il sale, il basilico, e continuare la cottura a fiamma moderata con coperchio.

Non appena l’acqua bolle, salarla e mettere a cuocere la pasta.

Scolare le fresine al dente e versarle nel tegame, aggiungendo ancora foglie di basilico spezzettate con le mani e far insaporire per alcuni secondi amalgamando per bene spadellando la salsa con la pasta.

Servire caldo con una generosa spruzzata di pepe bianco.